Gianna Emanuela, insieme a tutti i suoi familiari, ringrazia con tutto il cuore il carissimo Leonardo Sellitri, il Parroco Don Cornelio Ibeh e il Gruppo di Preghiera “Amici di Santa Gianna Beretta Molla” in Conversano (Bari), per tutto l’affetto, l’ammirazione e la devozione per la sua Santa Mamma.

LA FAMIGLIA


SANTA GIANNA BERETTA MOLLA DEI BERETTA DI MAGENTA



LA FAMIGLIA


I Beretta appartengono a una delle famiglie storiche di Magenta, già molto legata alla Città fin dalla metà del Seicento con i fratelli Giuseppe e Antonio Beretta.
Essi, attraverso Milano, sicuramente provenivano col padre Carlo da Venezia.
Carlo infatti nel 1662 acquista importanti beni immobili a Magenta e, nei documenti milanesi che lo riguardano, è definito figlio di un certo Antonio, “pubblico mercante della città dei Veneziani”.
A Milano Carlo aveva un fratello maggiore, Ambrogio, che presumibilmente gli aveva fatto da apristrada.
Ambrogio e Carlo, tuttavia, dovevano già possedere qualche addentellato parentale in Milano, tant’è che questa famiglia espresse in quegli anni un Sacerdote per l’Arcidiocesi: Don Giovanni Battista Beretta, che fu poi Parroco di Magenta dal 1669 al 1675.

In quel medesimo anno 1669, nasceva a Magenta il primo Beretta di Contrada San Martino (via Roma), Giovanna (Giovanna Margherita), figlia di Giuseppe, il quale però rimarrà a Magenta solo qualche anno, tanto che un suo secondo figlio, Carlo, nascerà probabilmente a Milano.
Dopo il 1669, invece, Antonio Beretta si stabilisce definitivamente a Magenta in Contrada San Martino (via Roma).

Dai fratelli Ambrogio e Carlo, in forza di questi primi, forti legami dei Beretta con Magenta (e per la grande pietà cristiana soprattutto di Ambrogio, che, per ciò che vedremo subito, sembra essere di esempio per Carlo), deriva un duplice, importante lascito testamentario a favore della Città.

Ambrogio acquisiva nel 1677 il Patronato su una Cappella interna alla Parrocchiale di San Martino (allora, col suo Cimitero Comune, in piazza Kennedy, quasi d’angolo con via Roma), con il mantenimento in perpetuo di un Prete in più per Magenta (era la Cappella dei Morti, perché il grande quadro dell’altare, ora nel Santuario di Santa Maria Assunta, uno dei “luoghi di vita” di Santa Gianna, rappresenta le anime del Purgatorio).
Carlo, in modo più impegnativo, acquisisce nel 1687, dopo il fratello, il Patronato sulla Cappella della Madonna del Rosario, nella medesima Parrocchiale, con il mantenimento perpetuo di un secondo Prete in più per Magenta e la manutenzione della Cappella stessa.


L’ ALBERO GENEALOGICO DEI BERETTA TRA SEICENTO E SETTECENTO


A cavallo dei due secoli, i capifamiglia Beretta di Magenta sono quattro (Arcangelo e Alessandro, figli del secondo Antonio e pronipoti del primo Antonio, il mercante di Venezia; più un terzo Antonio, della terza generazione del Seicento e un Giovanni Angelo, congiunti dei primi due e venuti probabilmente da Milano).
Si propone qui di seguito un albero genealogico di questi Beretta. In rilievo si trovano gli ascendenti diretti di Santa.





Proprio Alessandro e Arcangelo, se non anche gli altri due, nel 1706 o appena prima, ristruttureranno radicalmente, nell’antica Parrocchiale di San Martino, la Cappella Beretta, dedicata alla Madonna del Rosario.
L’altare di questa Cappella, al completo, è posto oggi nel Santuario di Santa Maria Assunta.

Ovviamente non si possono seguire le diverse linee dinastiche che, tra Seicento e Settecento, vanno sviluppandosi.
Vedremo solo quella dei Beretta di Contrada San Martino, quella principale, intesa così nel senso della sua durata e dell’aver espresso a Magenta illustri personaggi.
E’ la linea che, derivando da Antonio, il mercante veneziano, arriva fino a Santa Gianna Beretta Molla.


LA LINEA DINASTICA DAL SECONDO ANTONIO A SANTA GIANNA


Antonio, figlio di Carlo e nipote del primo Antonio, il mercante di Venezia.
Dopo il 1669 e dopo il matrimonio con una magentina, si stabilì definitivamente a Magenta, pur mantenendo i contatti con Milano, soprattutto col padre Carlo.
Antonio non è morto a Magenta.
Suo fratello Giuseppe, che pure aveva contratto un matrimonio magentino, dopo qualche anno di permanenza nel Borgo, rientrò con la famiglia a Milano.

Arcangelo, figlio del secondo Antonio, pur non essendo nato a Magenta, vi abitò stabilmente, in Contrada San Martino (l’attuale via Roma). Però all’inizio, venendo da piazza Liberazione, nella casa del primo portone a destra, la quale allora aveva un solo piano.
Fu Notaio. Morì a Magenta nel 1767 e fu sepolto nel Cimitero Comune (che si trovava sul sagrato dell’antica Parrocchiale in piazza Kennedy, dirimpetto all’imbocco di via Leopardi, anche se nel 1767 era ormai stato ampliato sul lato Nord di San Martino, verso via Roma).

Alessandro, figlio del precedente, fu pure Notaio.
Nacque a Magenta nel 1722 e abitò nell’altra casa Beretta, in fondo a via Roma, dove poi sarebbe nata Santa Gianna.
Non è morto a Magenta.

Francesco, figlio del precedente.
Nato a Magenta nel 1749, fu Medico. Morì a Magenta nel 1807 e fu sepolto nel “Cimitero dei Sacerdoti” (anche se, probabilmente, non nella Parrocchiale di San Martino, viste le disposizioni di Napoleone al riguardo, ma nell’area riservata ai Canonici di San Martino al Cimitero).
I suoi numerosi figli, pur tutti nati a Magenta (l’ultimo nel 1800), non ebbero continuità in paese.
Con i figli di Francesco infatti, dopo i sovvertimenti sociali di fatto dovuti ai Francesi e a Napoleone, i Beretta si riducono sostanzialmente a Milano.
In Contrada San Martino a Magenta rimangono però stabilmente prima un fratello Sacerdote del Medico Francesco (Don Carlo Antonio Beretta) e poi, sicuramente nella casa in fondo a via Roma, un altro Sacerdote, nipote del Medico Francesco, Don Pompeo Beretta.
La casa di Don Carlo Antonio e di Don Pompeo era naturalmente frequentata anche dagli altri membri della famiglia, quantunque in modo meno stabile.

Giuseppe, figlio del Medico Francesco, nato a Magenta nel 1780, fu Ragioniere. Si sposò a Milano, già inserito nel mondo della borghesia ottocentesca, a differenza di suo padre, che rappresentava, pur molto positivamente, il mondo del patriziato settecentesco.
Giuseppe prima fu accanto allo zio Don Carlo Antonio, rimasto a Magenta, poi curò personalmente i legami con Magenta di due figli che avevano intrapreso la carriera ecclesiatica: prima inizialmente Arcangelo, quindi Pompeo, che, una volta Prete, fu Coadiutore a Magenta.
Giuseppe è il personaggio dei Beretta che tramanda ai propri discendenti, della seconda metà dell’Ottocento, che l’unica casa avita dei Beretta di Contrada San Martino era quella in fondo a via Roma, dopo che l’altra, all’imbocco della Contrada, era stata venduta.
Nell’unica casa in fondo alla Contrada, Giuseppe morì nel 1846 e fu sepolto nel Cimitero Comunale, ormai corrispondente ai primi Campi dell’attuale Cimitero.

Enrico, figlio di Giuseppe, nacque a Milano nel 1829. Fu Ragioniere.
Per via del padre e del fratello Don Pompeo, frequentò normalmente il paese d’origine. Morì a Milano nel 1906, ma con tutta la famiglia (escluso il figlio Alberto) e col fratello Don Pompeo è sepolto nella Cappella Beretta al Cimitero Comunale di Magenta (lungo il lato Nord del Secondo Campo).
Un altro dei figli, Pietro, fu Medico a Magenta.

Alberto, figlio del precedente, nacque a Magenta nel 1881 e fu Impiegato in ambito amministrativo. Si sposò a Milano e morì a Bergamo nel 1942, ma la sua salma, con quella dei familiari, è stata riportata a Magenta.
E’ il padre di Santa Gianna.

Santa Giovanna Francesca (Santa Gianna), nacque a Magenta, nella casa avita, nel 1922 e qui fu battezzata (lo era stata anche la sorella Zita). Fu Medico. A Magenta si è sposata nel 1955 e a Magenta è morta nel 1962.


I PERSONAGGI ILLUSTRI


Innanzitutto, ovviamente, Santa Gianna e suo fratello, il Cappuccino Padre Alberto Beretta, Medico Chirurgo Missionario in Brasile, per il quale si è aperto il Processo di Canonizzazione.

Ambrogio e Carlo, per gli importanti lasciti testamentari (1677 e 1687) di fatto a favore dei Magentini.

Arcangelo e Alessandro, che, come si è detto, furono Notai, particolarmente stimati dai Magentini del loro tempo per le capacità professionali e per la disponibilità nei confronti dei bisognosi di ogni tipo.
In diverse circostanze la comunità locale fece ricorso ai loro servizi nell’interesse di tutti. Ad Alessandro si deve la cura per l’erezione della antica Parrocchiale di San Martino in Prepositurale, con un Prevosto e un Capitolo di Canonici.

Francesco, Medico, fu molto solerte verso i poveri, con la massima disponibilità: alla morte fu sepolto con i Sacerdoti.
Vengono in mente le parole di Santa Gianna, della quale Francesco è trisnonno, in merito alla professione medica che Gianna definisce come “sacerdotale”.
Francesco pubblicò anche una “Memoria storica della febbre epidemica che infestò le terre del magentini”, edita più volte.


Ci sono poi i Sacerdoti.


A prescindere da Don Giovanni Battista, Parroco a Magenta dal 1669 al 1675, conosciamo altri Sacerdoti appartenuti direttamente alla linea dinastica o a essa strettamente collegati, che hanno esercitato il loro ministero a Magenta o a partire da Magenta.

Dalla prima metà del Settecento alla fine dell’Ottocento, sono testimoniati Don Antonio Maria, del 1705, Don Antonio, del 1714, Don Carlo Antonio, del 1747, Don Giovanni, del 1758, Don Pompeo, del 1822.

Anche se dobbiamo prescindere dalle vicende particolari di questi Sacerdoti, compreso Don Pompeo, al quale è dedicata una via a Magenta, per trentun anni Coadiutore in Città, significativamente coinvolto nella battaglia risorgimentale 4 Giugno 1859, bisogna soffermarsi almeno su Don Carlo Antonio (1747-1828).

Egli era Canonico titolare della Cappella della Madonna del Rosario dei Beretta nell’antica Parrocchiale di San Martino di Magenta, quando nel 1815 o appena dopo, appunto perché sulla Cappella c’era il Patronato Beretta fin dal 1687, si provvide alla sua ristrutturazione.
La ristrutturazione operata precedentemente dai Beretta era stata nel 1706 e aveva mantenuto la dedicazione della Cappella alla Madonna del Rosario.
Ora, nel 1815, dopo le guerre napoleoniche e antinapoleoniche, il nuovo altare non conterrà più la statua della Madonna del Rosario, ma quella della Regina della Pace.

Questa statua, col medesimo significato di pace, fu trasportata nella nuova chiesa Parrocchiale, consacrata nel 1903, l’attuale Basilica di San Martino, la chiesa Parrocchiale di Santa Gianna.
Ai piedi di questa statua, Gianna Beretta e Pietro Molla, subito dopo il matrimonio, affidarono alla Madonna la loro nascente famiglia.

C’è una bella testimonianza di Madre Virginia Beretta, sorella di Gianna, rilasciata proprio a noi dell’Associazione “Amici di Santa Gianna Beretta Molla” di Magenta e riguardante questa statua del 1815: “Quanto pregare davanti a questa Madonnina!”.

Per quanto riguarda la fine Ottocento e il Novecento, vanno ricordati almeno Monsignor Giuseppe Beretta (1862-1942), zio di Santa Gianna, che fu Prevosto a Milano ed è sepolto a Magenta, e il già menzionato Padre Alberto Beretta (1916-2001), fratello di Santa Gianna.


LA CASA AVITA


Inizialmente fu, come già ricordato, quella all’imbocco di Contrada San Martino (in via Roma, provenendo dalla piazza Liberazione, la casa del primo portone a destra, allora di un solo piano).
Poi, col Settecento, si aggiunse la casa in fondo a via Roma, dove nacque Santa Gianna, ora profondamente ristrutturata.
Nel 1826, all’epoca di Giuseppe Beretta (1780-1846), bisnonno di Santa Gianna, fu venduta la prima casa.
Da quella data, la casa in fondo a via Roma fu considerata come casa avita dei Beretta di Contrada San Martino di Magenta.

Effettivamente questa casa in fondo alla Contrada, quasi a ridosso, con la sua estesa vigna, della antica chiesa Parrocchiale, era già abitata dai Beretta della Contrada almeno dal 1770, dai tempi di Alessandro Beretta (nato a Magenta nel 1722), nonno di Giuseppe.
Tuttavia una cartina del 1753 assegna l’area di quella casa (tra l’altro con lo stesso perimetro volumetrico che la caratterizzerà anche molto più avanti nel tempo), a una proprietà di tipo “patrizio”: era l’appartenenza sociale dei Beretta di Contrada San Martino (cioè, nel 1753, dei Notai Arcangelo e Alessandro Beretta).
Ciò non toglie che proprio per questa casa, vuoi per interessi notarili, con la disponibilità dimostrata dai Notai Beretta nei confronti di tutti, vuoi per un colloquio con un Sacerdote, di generazione in generazione sono passati tanti magentini, comprese le ragazze dell’Oratorio che Santa Gianna regolarmente vi ospitava.

Testi e documenti al completo con la bibliografia in:
Ambrogio Cislaghi "Santa Gianna Beretta Molla dei Beretta di Magenta" di prossima pubblicazione (entro Giugno 2008)

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